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"ABRUZZO, è caos balneazione”. E' quanto affermano l’associazione Pescara PuntoZero e il Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua dopo alcuni controlli di acque nelle zone di Giulianova (Te), Martinsicuro (Te), Francavilla al Mare (Ch) ed Ortona (Ch), prelievi dai quali è emersa la contaminazione da escherichia coli ed enterococchi. Perc ciò le due associazioni hanno presentato esposti a diversi enti e Procure, perché nei tratti di mare a rischio ci sono state riaperture alla balneazione nonostante la qualità "scarsa" delle acque.

Nella zona di Giulianova l’Arta ha effettuato un campionamento delle acque lo scorso 13 giugno, più precisamente nel tratto di costa detto "250 metri a nord della foce del fiume Tordino", con il conseguente comunicato, 48 ore dopo, del Comune che confermava il superato limite di legge. Tuttavia il provvedimento di impedire la balneazione è stato emesso solamente per due giorni e pubblicato addirittura cinque giorni dopo la comunicazione dei risultati delle analisi. Inoltre, il giorno 15 giugno l’Arta eseguiva un secondo campionamento delle acque, con esito nuovamente negativo, situazione che è rimasta invariata probabilmente per altri due giorni, fino al rilevamento del 17 giugno che ha riportato esiti positivi, ovvero con indice di inquinamento al di sotto dei limiti. Ultimo, ma non meno importante, è da segnalare che su 9 prelievi svolti dall’Arta, ben 6 hanno riscontrato un tasso di inquinamento delle acque maggiore del limite consentito.

Il tratto "200 a nord della Foce del Vibrata", nel Comune di Martinsicuro, è stato classificato come "scarso" dalla Regione Abruzzo, ma il Comune ha ricevuto l’autorizzazione, per aprire la balneazione, dalla stessa Regione Abruzzo, anche se le due associazioni sopra citate hanno evidenziato una situazione tutt’altro che adatta ai bagni. Il 10 giugno il Comune di Martinsicuro ha provveduto a riaprire l’area alla balneazione, per poi chiuderla solamente 5 giorni dopo come conseguenza dei risultati di controlli eseguiti dall’Arta che evidenziavano dei risultati di gran lunga superiori ai limiti. Nel lasso di tempo che va dall’apertura della balneazione (10 giugno) fino alla sua repentina chiusura (15 giugno) ci sono sicuramente state diversi bagnanti che hanno usufruito delle acque della zona che, nonostante fossero inquinate, non presentavano ancora un divieto. Pertanto, denunciano le associazioni, "senza la rimozione delle cause della contaminazione non si dovrebbe mai aprire alla balneazione un tratto che nel passato ha già avuto gravissimi problemi".

A Francavilla al Mare il tratto di costa denominato "Zona antistante Fosso San Lorenzo" ha ricevuto un blocco alla balneazione solamente nel periodo che va dal 17 al 19 maggio scorsi, nonostante nel tratto in questione la balneazione dovesse essere interdetta dal 1 maggio fino ad oggi. Il giorno 22 giugno è stato svolto un sopralluogo nella zona di mare interessata e non era presente alcun cartello che segnalava il divieto di balneazione, cartello presente solamente 50 metri a sud del Fosso San Lorenzo nella zona della foce, tratto già chiuso del tutto alla balneazione dalla Regione Abruzzo. In sostanza il Comune di Francavilla ha tenuto aperto per troppo tempo un tratto di costa altamente inquinato che sarebbe dovuto stare chiuso dal 1 maggio 2016.

Il territorio di Ortona presenta ben due tratti in cui vige il diritto di balneazione: "350 metri a nord della foce del fiume Foro" e "350 metri a sud della foce del fiume Foro". Allo svolgimento di un sopralluogo, datato 22 giugno 2016, non è stata trovata la benché minima traccia di cartelli per segnalare il divieto di balneazione, eccezion fatta per un cartello con su scritto "sconsigliata la balneazione", quindi non vietata, nel tratto più a sud detto "200 metri a nord della stazione ferroviaria di Tollo". Bisogna inoltre dire che il 15 giugno l’Arta ha effettuato un controllo nell’area detta "Zona prospiciente molo nord porto" con risultati oltre i limiti consentiti dalla legge, con risultati conseguentemente consegnati non prima del 17 giugno per via delle 48 ore necessarie per l’elaborazione dei risultati. 24 giugno 2016


Hanno collaborato
Andrea Granata, Mirea Giarrocco, Francesca Masciarelli

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