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Chieti - Tre ore e mezza di riunione, a Chieti, con il prefetto, Antonio Corona, e con l'assessore regionale all'Agricoltura, Dino Pepe, per fare il punto sul problema cinghiali. Presenti il presidente della Provincia di Chieti, Mario Pupillo, e circa 45 sindaci del Chietino, tutti concordi nel chiedere l'abbattimento, da ora al dicembre 2017, dei cinghiali, specie ritenuta problematica perché "ha letteralmente invaso ogni lembo di territorio, decimando raccolti agricoli e causando incidenti, anche stradali e anche mortali". I sindaci si sono presentati con l'ordinanza, messa a punto, insieme, nelle scorse settimane, con la quale si chiede la riduzione, tramite uccisione, del numero di ungulati. Ordinanza finora adottata solo dal Comune di Atessa ma che, dopo un'accesa discussione, il prefetto ha bocciato (la sua decisione era già nell'aria) perché la questione, ha detto, "non è urgente né contingibile". Addio selecontrollo, dunque, almeno per ora. Accuse e repliche, e toni accesi, con i primi cittadini decisi a non arrendersi dato che, per loro e per i territori che amministrano, la questione invece "è urgente e non più rinviabile". 

"Prevalga il buon senso -, afferma il sindaco di Atessa, Nicola Cicchitti -. L'emergenza esiste e ora bisogna capire come affrontarla. La Regione, che afferma di aver allertato anche il ministero, sembra decisa a prendere in carico il problema". "Dal canto mio - spiega Massimiliano Berghella, sindaco di Treglio - ho sollecitato un Consiglio regionale straordinario sulla questione cinghiali; l'attivazione, in Regione, di un numero verde, e una campagna di comunicazione mirata, per spiegare ai cittadini come comportarsi in caso di "incontri-scontri" con questi animali. E sembra che queste proposte siano piaciute". "A Tornareccio ci sono stati diversi incidenti, l'ultimo ha visto protagonista un parroco, lo scorso sabato sera... E poi gli agricoltori sono in ginocchio", racconta il sindaco di Tornareccio, Remo Fioriti. Agguerrito il capo della giunta di Roccascalegna, Domenico Giangiordano: "Ormai è impossibile anche aprire la porta di casa...". "Siamo consapevoli delle leggi che ci sono - incalza il sindaco di Bomba, Donato Di Santo - ma vanno adeguate e dunque modificate. Occorre essere efficaci nel combattere questa calamità". 

 "L'ordinanza per autorizzare la cattura o l'abbattimento dei cinghiali il Comune di Orsogna l'ha approvata nel 2 maggio 2015 e l'ha comunicata a Provincia e Prefettura di Chieti, chiedendo aiuto concreto e affidando la gestione dell'intervento alla polizia provinciale. Nulla è stato fatto in tutto questo tempo, anzi, dalla Provincia ci risposero che non era di loro competenza", tuona il sindaco di Orsogna, Fabrizio Montepara. L'assessore Pepe, dal canto proprio, promette che verrà rivisto il regolamento venatorio, proprio in considerazione dell'emergenza cinghiali. La questione verrà presto affrontata dalla Commissione Caccia e Pesca a cui il nutrito gruppo di sindaci, partendo dall'ordinanza, dovrà presentare uno specifico documento. "Abbiamo interessato anche il ministro dell'Agricoltura, Maurizio Martina", annuncia Pepe. Nuovo incontro in Prefettura tra un mese circa.

Questi i Comuni che avevano deciso di procedere con l'abbattimento selettivo: Altino, Gessopalena, Roccascalegna, Lama dei Peligni, Torricella Peligna, Colledimacine, Taranta Peligna, Lettopalena, Palena, Civitella Messer Raimondo, Bomba, Fara San Martino, Sant’Eusanio Del Sangro, Palombaro, Archi, Casoli , Colledimezzo, Pennadomo, Atessa, Castelfrentano, Montebello sul Sangro, Tornareccio, Santa Maria Imbaro, Treglio, Fossacesia, Montelapiano, Montazzoli, Borrello, Gamberale, Torino di Sangro, Monteferrante, Roio Del Sangro, Mozzagrogna, San Buono, Villa Santa Maria, Torrebruna, Fallo, Carunchio, Pietraferrazzana, Furci, Quadri, San Giovanni Lipioni, Frisa.  

Intanto il primo ottobre si apre la caccia al cinghiale: doppiette in azione per tre mesi. 28 settembre 2016


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